Nel presentare “smisurata preghiera” De André disse:
Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi. Dire “siamo 600 milioni, 1 milione e 200 mila” e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare e di umiliare le minoranze.
Essere in tanti significa avere potere, non ragione.
Se si decide di muoversi in direzione ostinata e contraria occorre forza, determinazione, tenacia e, da non trascurare, un buon motivo per farlo.
Muoversi nella direzione del branco può portare all’annullamento dell’individuo. Invertire la rotta può far di noi dei pionieri, se non si resta schiacciati dalla folla.
Alle maggioranze non interessa ciò che è vero, giusto, onesto, etico o morale, interessa solo ciò che è utile per restare maggioranza. Questi sono meccanismi molto articolati, complessi, ma per certo poco raffinati o eleganti. La gestione del potere, comunque, ha sempre l’odore del bastone o della frusta.
Quello su cui occorre soffermarsi è il comportamento del singolo, anche se non sempre è dalla parte del vero, del giusto e dell’etica. Semplicemente si muove in direzione contraria a quella della massa.
Lui però può, e deve, chiedersi se sia una direzione migliore e se vale la pena di rischiare di rimanere schiacciato. Le sue idee devono essere più luminose di quelle che contrasta, la sua voce capace di coprire il brusio della folla. Occorre intelligenza, intelletto, genio, coraggio e spirito di sacrificio. Ma sa che non correrà alcun pericolo, finché la maggioranza non lo avvertirà come una minaccia.
Se le sue idee sono valide oppure no lo capirà da quanta opposizione incontrerà nel poterle esprimere