Cello Suites Bach

Le suite di Bach riescono a riportarmi alla normalità in quei mattini dai risvegli ovattati, quando non si trova l’energia e la voglia per andare incontro al giorno e il ritornare a letto non risolverebbe la situazione.
Sembra quasi che quelle vibrazioni generate dalle corde del violoncello, si trasmettano alle sinapsi, che quelle armoniche riattivino in qualche modo i neuroni.
In questi momenti desidero fortemente avere la capacità di suonare in quel modo, ma non so nemmeno tenere l’archetto tra le dita. Allora muta strategia e si desidero con forza che quella conoscenza mi si trasmetta con un atto di volontà mentale. All’improvviso mi fermo perché so che questo mi ricorda l’origine della preghiera e della fede e non posso fare altro che ridestarmi.
Sono sveglio e mi sto godendo Bach.
Penso che forse è meglio che io non sappia suonare. Se ne avessi una qualche capacità soffrirei ad ascoltare esecutori come Starker, perché non potrei fare così bene e il dolore sarebbe maggiormente.
Allora non posso far altro che godermi le vertigini che il Bach di Starker riesce a causarmi ed evitare di cadere nelle trappole mentali che appartengono più alla metafisica che alla vita quotidiana (all’immanente, lasciatemi dire).
E’ curioso che questo capiti al risveglio, quella regione dove ci si prepara al quotidiano, annunciato dai raggi del sole che trapelano dalle piccole fessure delle finestre, con i capelli ancora bagnati della rugiada della notte illuminata dalle lune del trascendente.

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La versione riportate è stata registrata a Londra, tra il 1957 e il 1959 da János Starker (Ungheria 1924 – USA 2013).
Le Suites per Violoncello furono composte da J. S. Bach tra il 1717 e il 1723 e rappresentano una rottura con la tradizione che vuole questo strumento non adatto al ruolo di solista.
Queste opere furono praticamente ignorate fino al XX secolo. Occorre ringraziare il violoncellista e compositore spagnolo Pau Casals (Spagna 1876 – Porto Rico 1973) per la loro diffusione. Le trovò per caso a BArcellona, quando aveva 13 anni, ma le suonò in pubblico solo a 48 anni. Sua la prima incisione.

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